Il sarto di casa Cressi

Nell’azienda Cressi, pioniera nel settore delle attrezzature subacquee dal 1946, c’è un uomo che, da 35 anni, veste i subacquei di tutto il mondo. Il suo nome è Marino Bernardini e, citando la giustiniana locuzione “Nomina sunt consequentia rerum”, non poteva che avere un percorso segnato nel mondo della subacquea.


Poco fuori Genova, sulla strada che porta verso l’entroterra ligure, c’è la sede di Cressi Sub, un marchio che ha fatto la storia della subacquea e che ancora oggi è un punto di riferimento nel settore.

Era il 1938 quando i fratelli Egidio e Nanni Cressi iniziarono a costruire le prime maschere e i primi fucili subacquei, con produzioni in piccola scala; ma è nel 1946 che viene fondata ufficialmente la Cressi Sub, in un secondo dopoguerra carico di speranze e di voglia di risollevarsi dai disastri del conflitto appena passato.

Da quella storica data il nome Cressi è sempre stato indissolubilmente legato al mondo della subacquea: la più antica fabbrica di attrezzature subacquee al mondo, l’unica ancora italiana 100%, di proprietà della famiglia Cressi da oltre 70 anni.

Aprile 2019. Siamo a Genova per una visita allo stabilimento Cressi dove io incontrerò l’ing. Roberto Ceresero,  responsabile del Dipartimento Tecnico dell’azienda, e Alessandra trascorrerà la giornata con Marino Bernardini, responsabile del Dipartimento Ricerca e Sviluppo e Assistenza del settore mute.

Il nostro viaggio è stato programmato da più di un mese, per una delle ricorrenti visite ai produttori con i quali collaboriamo: aggiornamenti, presentazione e test prodotti, feedback operativi e tecnici; anche se è lavoro ci sentiamo a casa, tra persone che parlano un linguaggio che accomuna tutti in queste piacevoli “rimpatriate”, quello della subacquea.

Roberto è il mio punto di riferimento in casa Cressi (e così per tutti quelli che fanno il mio lavoro), una persona con la quale si è instaurata una grande intesa professionale e umana sin dal primo incontro; certo, un qualche valore aggiunto lo si deve anche agli ottimi gnocchi di castagne al pesto con i quali ci ha incantato durante la nostra prima visita genovese, ma questa è un’altra storia (in fondo siamo sempre subacquei, per vocazione amanti della buona tavola, il buon vino e la buona compagnia).

Il successo di un’azienda è un patrimonio costruito con dedizione, passione e capacità dagli uomini che ci lavorano.

All’interno dello stabilimento Cressi c’è il laboratorio Ricerca & Sviluppo mute; lì, tra montagne di neoprene, modelli di mute appese e quell’odore così familiare che riempie l’aria, incontriamo il sarto-stilista dell’azienda, Marino Bernardini.

Definire Marino solo come il responsabile del laboratorio mute sarebbe alquanto riduttivo: è sicuramente una delle persone che hanno contribuito in maniera determinante a mantenere il marchio Cressi al vertice del settore negli ultimi 35 anni, “vestendo” i subacquei di almeno un paio di generazioni.

  • Circa 30 modelli attualmente a catalogo
  • Oltre 150 modelli realizzati e messi in produzione dal 1985 ad oggi
  • Più di 400 disegni e progetti realizzati e testati

Questi sono solo i numeri più rappresentativi del lavoro che ha svolto (e continua a svolgere) con passione e maestria artigiana, per dar vita alle mute che, in ogni parte del mondo, vengono indossate da migliaia di subacquei ogni giorno.

Sin dal suo ingresso in azienda, nel 1985, Marino si è dedicato alla progettazione e realizzazione delle mute: dall’idea allo studio del progetto, dalla realizzazione del prototipo fino al controllo di produzione, tutto è opera di un meticoloso lavoro artigianale che ha attraversato più di tre decenni, unendo la qualità con la creatività italiana, in una ricerca costante di tecniche nuove e aggiornamenti stilistici.

Tutti i modelli vengono interamente fatti a mano dal sig. Bernardini, prima di passare al reparto digitalizzazione

che preparerà i definitivi per la produzione. Si lavora alla “vecchia maniera”, con forbici, cartoncino e righello, il tutto tenuto insieme da un’abilità manuale che fa di ogni progetto destinato poi al confezionamento un pezzo sartoriale.

Anche i modelli già in produzione vengono costantemente rivisti e migliorati, con piccole modifiche apportate sulla base delle intuizioni di Marino e grazie al contributo dei subacquei che inviano feedback all’azienda.

Cressi Sub, una bella azienda che mi ha dato molte soddisfazioni e mi ha fatto sentire importante.

Anche se ormai la produzione industriale di mute è interamente demandata ad aziende in estremo oriente, tutta la ricerca (di materiali e stilistica), la progettazione, i disegni, i test in acqua e il controllo di qualità, vengono gestiti direttamente dallo stabilimento genovese, dove Marino Bernardini supervisiona ogni singolo passaggio.

Avevo già avuto modo di visitare Cressi Sub in precedenza, ma quello che mi ha spinto stavolta a scriverne è stata la voglia di condividere un aspetto che non conoscevo, una realtà fatta di persone in quella realtà-apparente fatta di cataloghi commerciali, siti internet e pubblicità.

Questa realtà che ho scoperto è fatta di anni di lavoro, dedizione quotidiana, intuito, abilità, passione e grande capacità; tutto questo, lontano anni luce da ciò che viene poi tradotto nel “mondo commerciale” fatto di colori sgargianti, spot e tecnologie altisonanti, è il lavoro che crea realmente quel valore aggiunto alla base del successo di un prodotto o di un marchio.

Marino Bernardini segue e partecipa attivamente da 35 anni all’evoluzione del marchio Cressi, senza soluzione di continuità; questo è un un grande patrimonio aziendale, una sorta di archivio storico biologico al quale attingere per guardare al futuro restando fedeli alle proprie origini.

Un’altra cosa che mi ha impressionato, di tutta la catena produttiva, è che ogni singolo modello, prima di essere messo in produzione, viene provato direttamente in acqua dal Sig. Antonio Cressi in persona.

Non conosco nessun’altra azienda del settore (con un fatturato che passa abbondantemente i 30 milioni di euro) il cui presidente si dedichi a testare ogni prodotto, nelle fredde acque della Liguria; spero che Cressi Sub continui così, con quella passione e quella dedizione che fanno la differenza, 100% italiana.


Testo e foto: Massimo Bidetti/Amphibica ©2019. Testo originale in Italiano.

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